Le sontuose sale del Circolo dei Lettori hanno ospitato, il 10 novembre, lo storico dell’arte e divulgatore Jacopo Veneziani per la presentazione del libro “La grande Parigi” edito da Feltrinelli.
Jacopo Veneziani (1994) si è laureato in storia dell’arte moderna nel 2018 all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne di Parigi e lì ha insegnato – tra il 2018 e il 2020 – metodologia della ricerca storico-artistica, storia dell’arte rinascimentale e storia dell’arte del Settecento. Deve la sua popolarità anche alla partecipazione delle trasmissioni “Le Parole della settimana “ (Rai 3) e “In altre parole” (La7) di Massimo Gramellini. Ora insegna all’università IULM di Milano ed è presidente della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza.
Jacopo Veneziani è stato coadiuvato nella presentazione del libro da Marzia Capannolo (storica dell’Arte e consulente in Art Advisory)che, oltre a curare il ciclo “Storia dell’Arte”, affianca collezionisti, investitori e appassionati d’arte nella scelta di opere da esporre o acquistare.
Nel suo ultimo libro Jacopo ci porta nel periodo compreso tra il 1900 ed il 1920 in quella Parigi dove, dopo un estenuante viaggio di trenta ore, due giovani artisti – Pablo Picasso e Carlos Casagemas – arrivano alla Gare d’Orléans, carichi di bagagli e attrezzi del mestiere e, soprattutto, di sogni.
Fuori li aspetta, immensa ed elettrizzante, la città di Parigi, il luogo in cui (dopo la rivoluzione degli Impressionisti e di straordinari scultori come Auguste Rodin) ogni artista vuole vivere ed esprimersi; infatti è la città degli infiniti cantieri e dell’Esposizione Universale, delle invenzioni mirabolanti e delle folle febbrili.
Nella Parigi di inizio ‘900 c’è grande libertà creativa e attira artisti come Renoir, Manet, Chagall, Toulouse-Lautrec, Matisse, Picasso…
Il libro è ricco di riferimenti topografici che guidano il lettore alla ricerca dei luoghi dove i grandi artisti avevano i loro atelier o dove si ritrovavano per confrontarsi.
Al termine della presentazione abbiamo chiesto a Jacopo se in Francia, dove ha vissuto e studiato, ritiene vi sia un’attenzione maggiore, rispetto all’Italia, verso l’arte da parte delle autorità. la sua opinione è che non vi siano sostanziali differenze in merito all’arte.
Abbiamo anche domandato cosa pensa dell’arte moderna dei giorni nostri e che cosa lascerà alle generazioni future, dal momento che l’arte nei secoli passati ci ha lasciato opere di inestimabile bellezza ( al punto di generare la sindrome di Stendhal!). Con attenta riflessione Jacopo ha risposto che l’arte moderna andrà valutata fra 50 o 100 anni per essere compresa e metabolizzata.
Ci ha anche spiegato che, dopo Marcel Duchamp, l’Arte si è sganciata dal sistema figurativo, dal concetto estetico e pertanto non la si può paragonare a quanto espresso dagli artisti nei secoli precedenti.
Testo di Adriana Cecilia Lucia Crivello
Foto di Giorgio Gamberoni
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