Nel pomeriggio di ieri si è svolta a Torino, alla confluenza fra Po, Dora e Stura, una sessione di Birdwatching urbano tra le diverse specie di uccelli presenti nell’area.
L’evento, organizzato dalla Società Canottieri Esperia nell’ambito del progetto “Eposistema”, è stato guidato da Franco Borgogno, giornalista, divulgatore scientifico e guida naturalistica.
Il territorio, essendo posto in corrispondenza dei tre fiumi, è dotato di un clima molto favorevole per accogliere diversi tipi di uccelli, tant’è che in quest’area ne sono stati contate finora più di 165 specie, alcune di loro provenienti da lontano, come ad esempio il pellicano.
“Osservare l’ambiente” ci dice Borgogno, “ed osservare i dettagli senza sapere niente, ci permette comunque da soli di riconoscere ciò che stiamo osservando. Individuare gli uccelli significa guardarne il colore, la dimensione e se riusciamo, la forma del becco e delle zampe. Questo ci aiuta a capire che tipo di specie è, ma a capire soprattutto che cosa fanno. In questo modo capiamo e conosciamo semplicemente osservando. Non dobbiamo prima sapere e poi osservare, ma prima osservare e solo così saremo in grado di ricostruire e dunque sapere.”
Durante l’uscita, con l’ausilio di binocoli e macchine fotografiche, abbiamo potuto ammirare e conoscere le caratteristiche di un’ampia varietà di uccelli, tra le quali la moretta, la folaga, il germano reale, il cigno, ma anche il gabbiano comune, il cormorano, la ghiandaia, il regolo (il più piccolo uccello europeo) e vari tipi di cince.
“Nella gran parte delle specie di uccelli”, spiega Borgogno, “gli esemplari maschi sono più colorati, specialmente nel periodo della riproduzione, mentre gli esemplari femmina hanno per la maggior parte un piumaggio marrone. Questa colorazione di tono minore permette loro di mimetizzarsi quando sono nel nido e, mentre covano, di risultare meno visibili ad eventuali predatori.”
Da segnalare che, nei pressi dell’area, si trova l’isolotto di Bertolla, un’oasi naturalistica inaccessibile al pubblico, dove è presente la più grande garzaia europea urbana di aironi cenerini, che qui vivono e nidificano in tranquillità.
Fotografie e testo di Ilaria De Petrini
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