Perché abbinare la pizza con il gin? La risposta sta in un’altra domanda: perché non farlo? È vero che in
Italia l’associazione più frequente alla pizza è sempre la birra, ma alcuni locali stanno già cercando di
scardinare questo connubio obbligato proponendo pizza e bollicine, qualche ristoratore più ardito
suggerisce anche pizza e Barolo facendo tremare i tradizionalisti, ma è altrettanto vero che la proposta del
gin tonic in pairing con il cibo non è così inedita, soprattutto all’estero. E quindi eccoci a provare i lievitati di
Claudio Fusco, della pizzeria gourmet torinese L’Aforisma, e i gin gastronomici dell’azienda GinRaw, frutto
di un team di esperti formato da uno chef, un sommelier, un barman e un profumiere. Due premesse, che
nascono da due domande lecite di chi non ha mai approfondito il tema: cosa si intende con pizza gourmet?
E per gin gastronomico? Le pizze “gourmet” che hanno conquistato la scena anche a Torino e provincia
grazie all’impegno di tanti bravissimi pizzaioli, nascono dal lavoro di ricerca a partire dalle farine con
l’impiego di prodotti di qualità, andando a riscoprire anche aziende di nicchia, mulini che macinano a pietra,
miscele di cereali studiate per ottenere lievitati soffici e impalpabili, o giochi di consistenze come nella “pop
crunch” di Claudio, dalla crosticina croccante e il cuore morbido e leggero. Queste basi vengono poi
arricchite con topping che assomigliano spesso a piatti cucinati e creati combinando ingredienti selezionati
e talvolta curiosi. I gin gastronomici invece, distillati a partire dalle bacche di ginepro e arricchiti con diverse
miscele di botaniche, sono studiati proprio per esaltare i sapori dei piatti a cui vengono abbinati. La serata
Pizza&Gin è stata un’occasione per giocare con aromi e accostamenti: la pala al farro alle erbe
mediterranee abbinata al gin tonic classico, balsamico, con note di cedro e cardamomo, la pop crunch
“Passando da Cervere” con speck, fontina e porro esaltata dal gin aromatizzato ai fiori d’arancio, ia pizza
tradizionale alla Amatriciana con un originalissimo gin alla lavanda, per finire con il gran lievitato dolce,
soffice come una nuvola, e il gin ai fiori di ciliegio. Un percorso affascinante che ancora una volta ci
conferma che conoscere meglio i prodotti, anche quelli più “comfort” che fanno parte delle nostre abitudini
quotidiane come la pizza, e cogliere le occasioni di esplorare nuovi confini lasciandoci stupire da ciò che
possiamo incontrare, è un bellissimo modo di accrescere la propria cultura gastronomica. E sì, il cibo può
essere un mezzo per fare cultura, al pari di un libro, di un’opera d’arte o di un brano musicale.
Scritto da Burro&Acciuga
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