Entrando nel comune di Usseaux, ancora lungo la strada, si incontra una prima scritta di benvenuto. Non un cartello qualsiasi, ma uno dei murales che contraddistingue questo coloratissimo paese, definito per l’appunto il “Paese dei Murales” insingnito anche, nel corso degli anni, di premi importanti quali la bandiera arancione per l’elevata qualità turistico ambientale da parte del Touring Club Italiano, la bandiera verde per il rispetto e la salvaguardia della natura da parte di Legambiente e la medaglia d’argento, ritirata a Budapest nel 2014, quale riconoscimento per essere considerato uno dei borghi più belli d’Europa nell’ambito del concorso europeo “Entente Florale”.
Questo piccolo borgo del torinese, che conta poco meno di 200 abitanti, è situato in alta Val Chisone ad un’altitudine di circa 1.400 metri e si compone di ulteriori quattro frazioni. Nel borgo principale di Usseaux si possono ammirare i molteplici murales per cui è famoso, che raccontano la vita contadina ed i mestieri artigiani (tra i quali l’arte di fare il pane, per cui il paese è anche molto noto), che hanno come cornice un contesto montano fatto di costruzioni in legno e pietra, con balconate e finestre rivestite di un’infinità di fiori dalle più svariate colorazioni. Ogni angolo è impreziosito da natura ed arte, che qui coesistono armonicamente. Molti dei dipinti sorgono addirittura sugli sportelli dei contatori del gas presenti all’esterno delle abitazioni, particolarità che, se non si aguzza bene la vista, non si riesce quasi ad individuare. A valorizzare la ricchezza storica di questo borgo la presenza di lavatoi in pietra e del forno che veniva messo a disposizione della comunità, ristrutturati nel tempo ma caratteristici della vita sociale del borgo e delle origini molto antiche dello stesso, riconducibili addirittura all’epoca di Giulio Cesare. Pare infatti essere confermata l’ipotesi che Usseaux fosse la Ocelo che Giulio Cesare descrisse nel “De bello gallico”.
Tra le frazioni, invece, merita indubbiamente una citazione Balboutet, nota come il “paese delle meridiane”, grazie alla sua favorevole esposizione al sole. Esiste un vero e proprio percorso delle meridiane, fatto di dipinti creati da diversi artisti, ciascuno con un proprio curioso significato.
Altra frazione degna assoluta di nota è Laux, con il suo omonimo lago, letteralmente “incastonato” tra le montagne, specchio d’acqua che spazia dal colore blu al verde. Questo bellissimo scorcio di paesaggio cela una storia misteriosa. E’ tramandata infatti la leggenda che al posto del lago un tempo sorgesse un campo di proprietà di un contadino, che lo curava giorno dopo giorno con dedizione utilizzando il proprio aratro. Una domenica il contadino venne invitato da alcuni compaesani ad assistere alla Messa ma il contadino rifiutò di parteciparvi e li cacciò via. Di ritorno dalla funzione religiosa, transitando nuovamente nei pressi del campo, i compaesani ne trovarono al posto l’attuale lago. Del contadino, del suo aratro e del campo più nessuna traccia. La leggenda narra inoltre che, osservando ancora oggi dall’alto il lago, sul suo fondale si possa scorgere l’aratro del contadino.
Posti dunque ricchi di storia e di fascino, che vale la pena raggiungere per ammirarne e viverne la bellezza.
Foto di Ilaria De Petrini
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