Domenica ha avuto luogo, all’interno del Palazzotto Juva a Volvera, la mostra di abiti d’epoca creati dalle abili mani della sarta e costumista storica Silvia Anna Porino, presidente dell’Associazione Storico Culturale “Maison Tatì – Sul filo del tempo”, la quale ci regala alcuni minuti per una breve intervista.
Silvia, siamo curiosi di conoscere quando e perché è nata questa tua passione.
La mia passione per gli abiti storici nasce con me fin da piccola, adoravo vestirmi da “principessa” ma gli abiti dovevano essere come dicevo io. Ricordo che facevo impazzire mia nonna per questo. Poi, un bel giorno ho iniziato a prendere carta e matita e cominciato a disegnare qualche bozzetto ma, non sapendo cucire, il mio sogno continuava a rimanere chiuso lì, in un cassetto.
Ma a giudicare dai risultati direi che tu abbia, ad un certo punto, cominciato a tramutare quello che per te era un sogno in un obiettivo.
Sì, ero determinata nel mio intento così, crescendo, mi sono iscritta ad una scuola di taglio e cucito moderno e successivamente, conoscendo alcuni gruppi storici, mi sono appassionata alla ricostruzione di abiti antichi. Ho studiato i quadri e i figurini originali ed ho iniziato a fare prove su di me. Il taglio storico del costume che potete vedere nelle mie creazioni è fatto tutto da autodidatta. All’inizio ci sono stati errori che ancora oggi mano a mano correggo grazie al continuo studio.
Ti ringraziamo per questa bella testimonianza personale e ti chiediamo quando il pubblico potrà ammirare le tue creazioni prossimamente.
Intanto ringrazio chi ha ospitato la mia mostra e vi preannuncio che sono in programma nuove mostre di Maison Tatì in date ancora da confermare, che verranno pubblicizzate sulla pagina Facebook dell’Associazione. Ma riguardo a tutto ciò che è cultura storica, ci tengo anche a ricordare che esiste l’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), che riunisce i proprietari privati di immobili storici, il cui progetto è quello di portare alla conoscenza del pubblico siti storici meravigliosi, accompagnandone le aperture con visite guidate, mostre a tema o altre iniziative interessanti. Sul sito ADSI potrete trovare tanti eventi già in programma da non perdere.
E non merita certo minore attenzione la location che ha ospitato la mostra di Silvia Anna Porino, ossia Palazzotto Juva, anch’esso aderente al progetto ADSI.
Si tratta di un palazzo d’epoca di proprietà della famiglia Canavesio – Bruno, che domenica ha aperto le proprie porte al pubblico.
Ad accompagnare i visitatori nel percorso guidato all’interno del palazzo abbiamo trovato i proprietari in persona. Tra loro, a rivelarci alcune curiosità è Liliana Canavesio, architetto di professione, pittrice ed autrice per passione, che di questo bel palazzo ci rivela:
“Il palazzo è abitato dalla nostra famiglia da molto tempo, precisamente dall’epoca dei miei trisnonni. Ricordo alcune curiosità che hanno ruotato attorno a questo luogo.
La prima è un racconto del quale è stato protagonista mio padre. Saremo intorno agli anni ’50. Un suo caro amico si era innamorato di una ragazza del paese, già impegnata. Per convincerla a far lasciare il fidanzato e poterla corteggiare, una sera all’imbrunire mio padre ed il suo amico si nascosero, travestiti da fantasmi, tra i campi di granturco ai margini della strada lungo la quale la ragazza era solita rientrare accompagnata dal fidanzato, provocando in loro un grande spavento. Tanto che la ragazza, non essendosi sentita protetta dal fidanzato, lo lasciò. Inizio dunque il corteggiamento da parte dell’amico di mio padre, che si concluse con il loro matrimonio.
Un’altra storia di famiglia, numerosa nelle varie generazioni che si sono susseguite, si sviluppa sempre intorno agli anni ’50 e vede come protagoniste due cugine che frequentavano la stessa scuola, presso la quale erano solite recarsi insieme. Una un pò più furbetta e l’altra più remissiva. Entrambe partivano tutte le mattine con il proprio baracchino contenente la pietanza per il pranzo. Ma mentre la prima arrivava a scuola col baracchino integro, la seconda ogni giorno arrivava a destinazione senza una parte del proprio pranzo. Le suore che gestivano la scuola chiesero spiegazioni ai genitori. Alla fine si scoprì che ogni giorno la più scaltra, avendo convinto la cugina che era lei a proteggerla durante il tragitto a scuola ed era merito suo se ogni giorno raggiungeva l’istituto sana e salva, si faceva dare una parte del pasto che consumava durante il percorso.
Ecco, questi sono alcuni dei racconti tramandati, che fanno parte del vissuto di questa dimora.
Abbiamo aderito al progetto ADSI nel 2017 con molto orgoglio e voglia di far conoscere al pubblico la nostra realtà, accogliendo anche eventi di interesse culturale come quello proposto da Maison Tatì. È un progetto in cui crediamo molto e siamo aperti al pubblico, ogni ultima domenica del mese, da aprile ad ottobre.”
I membri della famiglia Canavesio – Bruno anche in questa occasione hanno riservato una bella accoglienza ai visitatori ai quali, nel pomeriggio, è stata anche offerta una deliziosa cioccolata calda.
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