Torino è sempre una sorpresa….molteplici sono le curiosità che accomunano la città a oggetti e prodotti che oggi siamo soliti usare; molti di questi hanno varcato i confini e sono conosciuti in tutto il mondo.
Uno dei prodotti più conosciuti al mondo, nato proprio a Torino è il Vermut o Vermouth, se si presume la presenza nella sua ricetta originale del rosolio bevanda conosciuta ed apprezzata in Germania .
Vi sono documenti che attribuiscono la nascita in quel di Asti con una base di Barolo, bevanda analoga ma con date successive.
Ma per tornare a quel che successe a Torino dobbiamo risalire sino al 1701.
In seguito alla guerra di successione spagnola, iniziata nel 1701, che vide contrapporsi la Francia e l’Inghilterra, quest’ultima si trovò a dover superare i problemi derivanti dall’impossibilità di ricevere le normali forniture di vino francese.
Per tale motivo, nel 1703, tra l’Inghilterra e il Portogallo, fu stipulato il trattato di Methuen che prevedeva vari accordi di tipo politico, militare e commerciale, con particolare riguardo all’importazione in Inghilterra di pregiati vini liquorosi portoghesi, a fronte dell’esportazione in Portogallo di pregiati tessuti inglesi.
Molto diffuso dai mercanti inglesi che, di fatto, ne avevano assunto il monopolio commerciale, il vino liquoroso ebbe un grande successo in tutta Europa, sia per il gradimento delle dame verso il gusto dolce, sia per l’intrinseco significato antifrancese che tale consumo comportava.
Questo nuovo scenario aprì le porte sia a prodotti già diffusi su scala locale, come il Marsala, prodotto della Sicilia che aveva metodi di vinificazione e invecchiamento simili a quelli dei vini portoghesi, sia a nuovi esperimenti come il vermut.
Il vermut ebbe il merito di permettere l’utilizzo di vini giovani ad alta gradazione, surrogando le sapidità tipiche dell’invecchiamento attraverso l’aggiunta d’una particolare miscela di erbe aromatizzanti. La mistura registrò una grande diffusione, sia per la gradevolezza, sia per l’inferiore costo di produzione, e fu subito adottata in gran parte dell’Europa.
A Torino tutto ha inizio nel 1786, quando in una bottega di liquori a Torino un giovane commesso inventò la ricetta di un vino moscato aromatizzato con china, erbe e spezie. Proprietario della liquoreria – sita in Torino sotto i Portici di Piazza della Fiera (ora Piazza Castello), angolo Via della Palma (ora Via Viotti), era il Signor Marendazzo. Aveva come aiutante di bottega Antonio Benedetto Carpano, emigrato in città da Bioglio Biellese, il quale, appena ebbe modo di apprezzare le qualità sopraffine del moscato, si prefisse di ricavarne un vino aromatizzato, addizionandolo ad erbe e spezie, secondo i dettami appresi da certi frati della sua valle.
Dopo un periodo di studi da erborista, Carpano inventò la formula che diede origine alla categoria merceologica dei Vermouth, miscelando erbe e spezie con il vino moscato. La sua bottega era situata proprio di fronte al Palazzo Reale e, sicuro della bontà di quel nuovo prodotto, ne inviò una cesta al re Vittorio Amedeo III. Da qui partì l’immediato successo del vermut, che fin da subito venne talmente apprezzato dal sovrano da adottarlo tra i consumi della famiglia reale.
Intorno al tradizionale aperitivo torinese col tempo fiorirono molte leggende, soprattutto sulla leggendaria nascita di un’altra bevanda: il Punt e Mes che era la versione più amara del Vermouth.
Ci sono varie versioni sulla nascita del Punt e Mes. Qui ne riporteremo due.
La nascita del Punt e Mes, cioè della versione amara del Vermouth, risale al 1870. Un giorno, nella bottega Carpano, un gruppo di agenti di borsa discuteva sull’andamento della giornata. Uno di questi, nell’intento di ottenere un Vermouth corretto con una mezza dose di china, ordinò un “punt e mes”. Tutti risero, ma tale variante al Vermouth Classico ottenne rapidamente un indice di gradimento tale da diventare la specialità che ha reso famosa la Casa Carpano nel mondo.
La seconda versione è stata ricordata dalla Contessa di Pralormo ai tempi della mostra “Cavour: genio, seduttore e gourmet”. Pare che un giorno Vittorio Emanuele II ricevette una cassetta di bottiglie di vermouth della ditta Carpano e nel sorseggiare il prezioso liquore disse di apprezzare quel “punt e mes” (che a Torino vuol dire “punto e mezzo”) di amaro che distingueva il vermouth Carpano dalle bevande analoghe. Nacque così il Punt e Mes, che in breve sarebbe diventato l’aperitivo ufficiale di corte e di tutta l’aristocrazia sabauda.
Nel 1870 quindi in piazza Castello 18 si inventa il Punt e Mes. A fine Ottocento Carpano è tra i maggiori produttori di vermouth piemontesi e partecipa all’Esposizione Generale Italiana a Torino nel 1898. È a inizio Novecento che avvia la sua crescita industriale, con la costruzione di uno stabilimento produttivo in via Nizza, ampliato fino a raggiungere i 5.000 mq. Nel 1917 la società passa a Matilde Govone, moglie di Ottavio Carpano, che nel 1940 vende alla famiglia Turati, industriali torinesi. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, alla Carpano lavorano 34 operai. I bombardamenti del 1943 distruggono quasi completamente la fabbrica, ma con l’appoggio delle banche i Turati riescono a ricostruirla e a far riprendere l’attività a ritmi elevati, decretandone il successo economico e commerciale. Nel 1946 la sede viene stabilita nel palazzo Asinari di San Marzano in via Maria Vittoria 4. Il vermouth Carpano è conosciuto a livello mondiale e diventa l’aperitivo per eccellenza negli anni del boom economico. “Re Carpano”, creato da Armando Testa, è il protagonista della pubblicità aziendale dell’epoca ed è presente nelle sponsorizzazioni sportive. Nel 1980 Silvio Turati e il figlio Attilio muoiono; la contessa Romilda Bollati di Saint Pierre, moglie di Attilio, prosegue l’impresa fino a quando nel 1982 cede il marchio alla società Branca, che trasferirà la produzione a Milano.
Lo stabilimento Carpano sito in via Nizza 224 è ora sede di Eataly noto marchio nel mondo di prodotti italiani e presidio slowfood.
foto di Giorgio Gamberoni
articolo di Adriana Cecilia Crivello
L’azienda ha preziosamente conservato nei piani superiori all’area di vendita le attrezzature e gli alambicchi di Benedetto Carpano allestendo un museo ove pare che il tempo si sia fermato. Sono in mostra bottiglie che risalgono agli anni ’40, le essenze, le bilance e tutto ciò che occorreva al confezionamento di tale antica bevanda.
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