La Venaria Reale si prepara alla ricorrenza di Sant’Uberto il 7 novembre: quest’anno cade il 25° anniversario, che sarà festeggiato con un appuntamento insieme all’Equipaggio della Regia Venaria e Les Trompes de Bonne dalla Francia.
Piemontesi e francesi in ricordo di Sant’Uberto
Sant’Uberto, patrono di cani e cacciatori. Il suo culto si perde nei secoli alla Venaria Reale, dimora di caccia e divertissement di casa Savoia. Il primo a volerla e ad organizzarla fu il duca Carlo Emanuele II e poi proseguirono i suoi successori. Una ricorrenza che torna a essere celebrata domenica 7 novembre alle H 11:15, nella cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria.
Sarà celebrata la messa musicata dal vivo, seguita da un omaggio musicale a Sant’Uberto. Protagonista sarà l’Equipaggio della Regia Venaria con i suoi corni, la cui arte musicale è stata dichiarata patrimonio Unesco nel dicembre scorso.
Inoltre, dalla Francia, arriveranno Les Trompes de Bonne (Alta Savoia). L’accompagnamento musicale dell’Accademia comprende ottoni e timpani della Reale Scuderia e organo.
Radici di casa Savoia, origini medievali
Nel 1996 è stata fondata l’Accademia di Sant’Uberto che, per promuovere la Reggia di Venaria e il suo borgo, lavorava:
- alla creazione del gruppo dei suonatori corno dell’Equipaggio della Regia Venaria, per la riscoperta dell’arte musicale dei suonatori di corno da caccia. Un’occasione per promuovere il restauro della residenza attraverso la musica identitaria del luogo
- alla ripresa della festa di Sant’Uberto, che ha caratterizzato la Reggia sin dalla sua costruzione
Dal 1996 la Festa di Sant’Uberto, si celebra il 3 novembre, se di domenica, altrimenti la prima domenica successiva.
Le reliquie di Sant’Uberto martire, dono di papa Clemente IX a Carlo Emanuele II per la Venaria Reale, si trovavano dal 1669 nella cappella della Reggia. Per espresso volere del pontefice, l’edificio religioso che le ospitava doveva essere accessibile non solo dall’interno del palazzo, ma a tutti i fedeli, per rendere possibile la venerazione anche a chi non appartenesse alla corte.
Cessata la funzione di residenza reale della Venaria, dal 1819 la reliquia è conservata a Stupinigi, nella chiesa della Visitazione di Maria Vergine, sulla piazza della palazzina, per volontà di Vittorio Emanuele I.
La festa è menzionata da Amedeo di Castellamonte nella sua opera “La Venaria Reale, Palazzo di Piacere e di Caccia” (1674) e nel “Theatrum Sabaudiae” (1682). Sant’Uberto, primo vescovo di Liegi, era venerato come protettore di uomini e animali dalla rabbia silvestre e, quindi, anche come patrono dei cacciatori.
La cerimonia collegava Venaria e i territori dell’area belgica non solo idealmente. Il culto di corte aveva all’epoca anche un risvolto politico, per la rivendicazione di territori da parte dei sovrani sabaudi per diritto dinastico, sostenuta anche da Vittorio Amedeo II fino al conseguimento del titolo regio.
La cerimonia, di livello europeo, ha il suo centro nella Basilica di Saint Hubert (Belgio): le sue origini risalgono all’età medievale ed era anche denominata “missa canum”, messa dei cani, per l’uso di benedire cani e loro padroni. L’uso di accompagnare momenti della messa con musica, in particolare i corni da caccia, è documentato dal XVIII secolo.
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